Aisthesis - Testo


di
Felice Marotta e Nicola Marotta

sul sentire come esperienza estetica

sul barocco e sull'esattezza

sul sublime

sull'archeologia e sulla memoria

su dubuffet

sugli oggetti minimi

sulle forze avvolgenti e divergenti

su una metafisica del sentire

sull'artificiale

        



sull'artificiale

felice marotta:

Per concludere volevo affrontare il tema dell'artificiale che tu citi in "foglia transgenica" e "ulivo transgenico" nei quali evochi l'ibridazione tra naturale e artificiale per effetto di mutazioni genetiche. Si potrebbe dire che "tutto cio' che e' inerte e' naturale", intendendo con cio' sia la naturale predisposizione dell'uomo a scorgere il naturale, sia la capacita' propria della natura di riappropriarsi della materia che le appartiene, siano essi rottami o architetture industriali.

Tuttavia, quando un oggetto sottoposto a mutazioni si trasforma in transgenico o in scorie radioattive l'assorbimento da parte della natura puo' prevedere tempi incommensurabilmente maggiori rispetto ai tempi dell'uomo, risvegliando in quest'ultimo forme irrazionali e ataviche di paura. Forse e' la sedimentazione di queste paure inconsce e irrazionali, ma legittime, alla base di nuove forme post moderne di mito. Cosi' straordinariamente raccontate in acute pagine dallo scrittore americano De Lillo.

nicola marotta:

In un tuo recente scritto che riguardava la comprensione dell'arte moderna e non, scrivevi che era piu' plausibile, visto l'impossibilita' di sostituire l'opera pittorica con una spiegazione di essa, "descrivere piuttosto che spiegare", alludendo che il capire-sentire si raggiunge da altri canali. "La colonna ulivo" e' come una metafora dell'albero, cioe' meta' pianta e meta' pilastro, come tanti abbinamenti mitologici di animali chimerici, solo che, nella colonna, gli elementi sono in evoluzione e fusione per meta', creando cosi' proprio un ibrido. Forse un gioco sottile di allitterazione, come un'idea in atto di trasformazione. E se questa trasformazione fosse genetica? Vale la stessa regola per la composizione con foglia geneticamente modificata. Il mio lavoro e' un poco denuncia. un poco riflessione che va oltre l'arco della vita. L'opera bina "11 settembre 2001" e' una derivazione della colonna- ulivo e documenta una tragedia provocata da due raggi di fuoco terroristico.

Vorrei esprimere un ultima considerazione: e' la prima volta che scrivo di me e nei miei scritti appaiono certe decifrazioni criptiche delle mie opere; non so quanto possano interessare, ma devo dire che la mia pittura e' sempre stata vista al volo, in superficie, ed e' per questo motivo che, tempo addietro, dissi che sono figurativo per quel tanto da offrire allo spettatore la prima immagine, ma poi pare che la maggior parte delle persone, per pigrizia, si e' fermata a questo unico aspetto. Mi piace dialogare con il passato perche' ci si forma sempre, anche per uno della mia eta': avendo conosciuto il tempo del mito nella mia fanciullezza, ora vivo il tempo delle favole. Di una cosa pero' sono sicuro: vivo da una vita inseguendo un sogno, la pittura. Certo ci si puo' rimanere irretiti, come far finta di dipingere: "Chi pensa, sia che pensi il vero, sia che pensi il falso, sta comunque pensando." (Platone - brano tratto da "Filebo").