Aisthesis - Testo


di
Felice Marotta e Nicola Marotta

sul sentire come esperienza estetica

sul barocco e sull'esattezza

sul sublime

sull'archeologia e sulla memoria

su dubuffet

sugli oggetti minimi

sulle forze avvolgenti e divergenti

su una metafisica del sentire

sull'artificiale

        



sul sentire come esperienza estetica

felice marotta:

Negli ultimi anni l'estetica contemporanea ha aperto un ampio fronte di ricerca nell'estetica del sentire (estetica deriva dal greco aisthesis che vuol dire "sensazione") e cioe' in quell'estetica che trova fondamento nella naturale percezione del mondo delle cose. L'effetto di sospensione e stupore di fronte a visioni particolarmente dense di dettagli, contrasti e differenze, trova proprio nell'estetica del sentire una giustificazione teorica.

E tanto piu' questa esperienza si manifesta nella forma piu' naturale, immediata, priva di mediazioni simboliche (direi primitive o ingenue pensando a Dubuffet), tanto piu' sara' capace di disvelare il senso delle cose ed il suo carattere piu' profondo e neutro. Tu hai spesso dipinto la natura trascurandone gli aspetti legati al paesaggio e al "bello", privilegiandone invece i caratteri legati alla naturale e casuale disposizione delle cose nello spazio, quasi si trattasse di uno studio sulle leggi profonde della materia. Penso ad "Alea" del 1997 a "Naufragio" del 1970, a "Scenario" del 1998, a "Odisseo" del 2004.

nicola marotta:

La complessita' della materia, come tu esordivi nella premessa, credo che corrisponda alla complessita' dell'uomo, per l'accumulo delle sue conoscenze come bagaglio dell'umanita', e, tra le tante componenti dell'attivita' di questo, v'e' l'arte tutta, anche quella moderna e contemporanea, un misto tra pensiero e tecnica.

Parlando della mia pittura, non tocca a me attribuirmi dei valori, ma diro' di quelle componenti che mi spingono verso certe scelte operative. In un tuo recente scritto sostieni che con l'arte in genere si deve descrivere piuttosto che spiegare. "Alea" e' un polittico di nove elementi, per complessivi tre metri e venti di base, tre metri di altezza, e una profondita' di circa trenta centimetri: rappresenta una "sensazione" (aisthesis) di un viaggio; lo scrittore Nino Leone mi ha dedicato, un racconto a piu' livelli di lettura e percezione temporale.

"Naufragio" consiste in un accadimento di tempi e luoghi sovrapposti, come un ex voto, mentre "Scenario" e' solamente uno scarno, evocativo spazio psicologicamente ambiguo: sconcerta il sistema di attesa, inatteso, di uno sito non euclideo.