Aisthesis - Testo


di
Felice Marotta e Nicola Marotta

sul sentire come esperienza estetica

sul barocco e sull'esattezza

sul sublime

sull'archeologia e sulla memoria

su dubuffet

sugli oggetti minimi

sulle forze avvolgenti e divergenti

su una metafisica del sentire

sull'artificiale

        



su dubuffet

felice marotta:

Sulla materialita' volevo fare un'altra osservazione. Come detto in precedenza, il barocco esprime il "sentirsi" avvolto dalla persistenza (nel tempo) e dalla inesauribilita' (nello spazio) della materia.

Uno degli artisti che meglio ha colto il senso di questo carattere costitutivo e' Dubuffet (come anche Tapģes), che nella materia ha posto il fondamento dell'essere. Ritroviamo quest'intuizione nelle sue "texture" (trama di terra e pietre) e nei suoi "element botanique" (intrecci e grovigli di erbe e foglie). E' esattamente quel che Heideger sostiene quando afferma che occorre stare "in ascolto dell'essere delle cose". Nella tua pittura ritrovo potentemente questa visione.

nicola marotta:

Non saprei rispondere, io vivo nella smemoratezza; so di certo che non si possono riproporre modelli cosi' singolari come le opere con elementi botanici di A. Tapies o di March Kiefer, ma certamente se ne respira l'aria. Queste esperienze come i ready made di Duchamp, i collage di Braque e Picasso, erano gesti coraggiosi un tempo, ma sconcertavano i cultori d'arte di allora; oggi fanno un poco sorridere per la loro ingenuita'. Gli artisti hanno sempre spostato i paletti per conquistare piu' spazio all'immaginazione.

E' un antico gioco riportato da Leonardo da Vinci "Trattato della pittura", secondo cui era possibile leggere battaglie e simili cose dalle macchie di umidita' dei muri. La stessa cosa sono le macchie (disegni simmetrici) di Hermann Rorschach, neuropsichiatra, svizzero, che adoperava per i suoi studi. Allo studioso non interessava sapere dai suoi pazienti cosa rappresentassero realmente le macchie, in quanto queste non rappresentavano nulla, ma gli interessava le risposte che ne riceveva per potervi leggere le loro possibili ossessioni.

Si sa che ognuno di noi vede cio' che conosce, compreso Leonardo. Assumendo questo postulato, il mio credo artistico e' caduto su una serie di tematiche che io leggo proprio dalla casualita', colorandolo con autoironia e coscienza sociale. Picasso parlando di se' scrive, "io non cerco trovo".