A Nicola Marotta, poeta dell’azzurro

Grazia Maria Poddighe



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         La luce bianca sconvolge
Si è come pellegrini nel mortaio
Della rivelazione :un attimo
È per sempre.Cammino fra invetriate
Di notti più bianche della neve
Con un sussulto appena dell’inferno
Che compare nel nero
Incrostato di fiamma
E’ il rosso delle sere lungamente
Accovacciate nei silenzi ,in attesa
La secchezza di terre che conoscono
I più profondi nostri alter ego
Qui si fa giorno e mare e melagrane
E tutto ciò che è in fiore
Si affida agli squillanti colori della gioia
O si dichiara
Nella corsa degli azzurri come le età della vita
L’una sull’altra trascorrono
E lasciano appena un’impressione
Altrove così forte,dell’ azzurro
E l’azzurro non è soltanto
Un termine di paragone
Né un volgare senso
Dello stesso colore
Ma di ciò che noi siamo
Il mistero,forse,più il segreto

Qui la felicità
È il reale appiglio del sogno
Due amanti e la loro leggenda
Trascorrono dagli abissi a una percezione
Che si gonfia d’azzurro